Le tipologie Cro-Magnoidi essenzialmente inalterate

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26 Jul 2014
by Argo


I primi Homo Sapiens ad abitare l'Europa furono i Cro-Magnon, che giunsero nel Paleolitico come cacciatori/raccoglitori.
Gli attuali Cro-Magnoidi, che discendono prevalentemente da questi Cro-Magnon si possono dividere in 3 macro-gruppi:

  • settentrionali (Trønder, Borreby, Faelid, Brünn, Anglo-Saxon, Paleo-Atlantid);
  • meridionali (Berid, Berberid);
  • orientali (West Baltid, Kurganid).

Sicuramente portarono in Europa aplogruppi Y-DNA più primitivi come l'F e forse anche il D, ma i Cro-Magnoidi diffusero in tutta Europa l'aplogruppo I, l'unico che ha origine Europea, nelle sue varianti settentrionale I1 e centro-meridionale I2.
Attualmente gli aplogruppi I1 e I2 sono diffusi solamente nelle aree meno contaminate da popolazioni giunte dal Neolitico in poi.
L'impatto di queste popolazioni è stato meno rilevante nelle regioni più difficili da raggiungere o meno ospitali, come la Scandinavia, la Sardegna o le Alpi Dinariche.


Diffusione dell'aplogruppo Y-DNA mesolitico I.

Le tipologie Cro-Magnoidi (d'ora in poi CM) più fedeli al fenotipo arcaico originario, essenzialmente inalterate e che craniometricamente e morfologicamente richiamano gli scheletri paleolitici rivenuti in Europa sono indubbiamente il Brünn, il Faelid, il Paleo- Atlantid e il West Baltid.
Questi CM essenzialmente inalterati presentano una caratteristica che può sembrare incoerente per chi si è appena dedicato all'antropologia fisica e che associa un cranio lungo a un viso lungo e un cranio corto a un viso corto: essi hanno infatti un cranio lungo (dolicocefalia) ma un viso corto (euriprosopia), e per questo motivo un grande antropologo tedesco, von Eickstedt, li chiamava "Eurydolichomorph Cromagnid".

Col passare del tempo, a causa di adattamenti climatico-ambientali e ibridazioni coi successivi immigranti Europei appartenenti a un'altra sub-razza Caucasoide più gracile e leptoprosopa, quella Capelloide (da Combe-Capelle) o proto-Mediterranea, queste tipologie CM si ridussero e diedero la nascita ad altre tipologie intermedie.

Differenze tra il cranio Capelloide a sinistra e quello Cro-Magnoide a destra.

Parliamo innanzitutto delle tipologie CM essenzialmente inalterate.


Cranio del Paleolitico Superiore rinvenuto a Oberkassel in Germania.

I Faelid

Quelli che noi chiamiamo Faelid possono essere chiamati anche Dalo-Falid; questo nome deriva dal fatto che questa tipologia è molto diffusa nella regione svedese del Dalarna (Dalische Rasse) e nella regione tedesca della WestFalia (Fälische Rasse).
Il Faelid, come tutti i CM essenzialmente inalterati è piuttosto alto, ha una costituzione e delle ossa davvero robuste, il collo è spesso, le spalle larghe e la sensazione generale è di grande forza e resistenza fisica. Il dimorfismo sessuale è fortemente accentuato, e considerando che gli uomini sono in genere molto mascolini e virili, le donne sviluppano le funzioni corrispondenti solo moderatamente. Caratteristica principale del Faelid è la sua euriprosopia, generata da mandibole possenti che danno distanza bigoniale davvero ampia, con i gonion situati quasi ad altezza mento.


Vedendolo di profilo si può notare l'indice cefalico medio-basso e una fronte estremamente dritta che dà luogo a un ortognatismo molto accentuato. Gli occhi, estremamente infossati nelle arcate sopraccigliari e nelle ossa zigomatiche sviluppate, sono di pigmentazione chiara così come i capelli, mentre il naso è mesorrino con un profilo tendente al concavo.
La pigmentazione molto chiara e il biondismo tipici di questa tipologia razziale erano presenti ben prima della comparsa dei Nordici leptomorfi dell'Età del Ferro (e del precedente arrivo degli Ariani dalle steppe Kurganiche nell'Età del Bronzo), come conseguenza al loro adattamento climatico-ambientale durato millenni.


I Paleo-Atlantid

I Paleo-Atlantid si potrebbero definire una versione più pigmentata dei Faelid, con una costituzione in media un po' più robusta e delle gambe più corte rispetto al corpo; il cranio presenta ortignatismo meno accentuato con una fronte più inclinata e un indice cefalico medio più basso.
I Paleo-Atlantid hanno fornito un elemento primario consistente nella formazione del ceppo Atlantico tipico delle isole Britanniche, previa ibridazione con i successivi Atlanto-mediterranei giunti con la Cultura dei Megaliti nel Neolitico.
E' presente inoltre una versione scandinava della tipologia Paleo-Atlantid chiamata Tydal (Tydalstyp) molto dolicocefala, con un indice cefalico medio pari a 73, che è sempre stata piuttosto isolata nelle coste occidentali della Norvegia.


I West Baltid

C'è poi una tipologia CM orientale imparentata col Faelid che si chiama West Baltid.
Nonostante il nome possa ingannare, essi non vanno assolutamente confusi coi Baltici veri e propri, in quanto i West Baltid non hanno subito il processo di balticizzazione (che include riduzione, brachicefalizzazione, borealizzazione e infantilizzazione) di cui parlerò più avanti.
Attualmente sono molto diffusi nell'entroterra che spazia dalla Polonia alla Russia, ma meno nelle coste del mar Baltico dove appunto il processo di balticizzazione è stato molto più forte.



I Brünn

Anche i Brünn sono in genere alti, con spalle larghe, ossa grandi e forte muscolatura. Brünn è il nome tedesco di Brno, che è una città ceca e il sito archeologico dove sono stati rinvenuti resti scheletrici del Paleolitico superiore, lo stesso nome che fu dato ad alcuni tipi di cranio ivi rinvenuti. Ma la maggior parte dei crani scoperti nel sito appartengono alla varietà generale Aurignacid / Capellid del Paleolitico superiore umano, e come tale l'applicazione del nome Brünn alla sub-razza Cro-Magnoide risulta un po' problematica. Tuttavia, abbiamo deciso di mantenere l'uso del termine che ne faceva un antropologo fisico americano di nome Coon, in quanto non esistono altre traduzioni in letteratura.
I moderni Brünn abitanti dell'Irlanda occidentale sono mesocefali/sub-brachicefali, mentre i loro omologhi più orientali sono in genere dolicocefali. Forse ciò è dovuto alla presenza di un ceppo con un cranio più corto (stile Borreby, di cui parlerò più avanti), o ad un processo locale di brachicefalizzazione. La sua forma ancestrale era chiaramente dolicocefala. Piuttosto simili ai Faelid, forse a causa della caratteristica comune di essere essenzialmente inalterati dal Paleolitico ai giorni nostri, si distinguono da essi per una distanza bigoniale più moderata e un mento più prominente con una caratteristica fossetta diffusa soprattutto tra gli esemplari maschi.


Come per gli altri tipi Cro-Magnoidi essenzialmente inalterati, le caratteristiche facciali maschili dei Brünn possono essere molto robuste, spesso con arcate sopraccigliari esageratamente marcate e le mandibole possenti, il grado di dimorfismo sessuale è alto, e una robustezza corrispondente non si osserva di solito tra le femmine. Assieme alle donne di tipologia Borreby infatti, le Brünn hanno in genere lineamenti più aggraziati e un seno più generoso rispetto alla media europea. Tra i Brünn sono molto diffusi i capelli ricci, di colore rosso, e le lentiggini; caratteristiche che negli stereotipi comuni si associano agli Scozzesi e gli Irlandesi, che sono infatti gli abitanti che manifestano maggiormente questa tipologia razziale.


Le tipologie Cro-Magnoidi alterate

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27 Sep 2014
by Argo

Col passare del tempo alcune tipologie Cro-Magnoidi a causa dello stile di vita più sedentario, condizioni climatiche più favorevoli, l'arrivo dell'agricoltura ed eventuali ibridazioni con immigranti Neolitici portatori di aplogruppo G2a e N1c1, andarono incontro ad alcuni processi evolutivi noti come alpinizzazione e balticizzazione che generarono nuove razze Caucasoidi.
Va detto che comunque di questi primi immigranti Neolitici che diffusero l'agricoltura e l'aplogruppo G2a solo una piccola parte era razzialmente Mediterranea, in quanto la vera e propria espansione della sub-razza Mediterranea avvenne più tardi nel tardo Neolitico e nell'Età del Bronzo con gli aplogruppi J2, J1, E1b1b e T; la stragrande maggioranza dei primi agricoltori Neolitici portatori di G2a era invece di fenotipo Alpino.


Diffusione dell'agricoltura dal Medio Oriente all'Europa, in anni prima di Cristo.


Diffusione attuale dell'aplogruppo Y-DNA Neolitico G2a.

Prima di arrivare al risultato finale di questi processi evolutivi e quindi al Neolitico, ci si dovrebbe fermare al Mesolitico e parlare di alcune tipologie CM intermedie che hanno subito un processo evolutivo incompleto.
Nei periodi di passaggio dal Pleistocene all’epoca attuale si assiste alla estinzione o trasformazione dei vecchi ceppi razziali del Paleolitico e al diffondersi di nuovi tipi umani. Il rinnovamento in Europa è caratterizzato dall’apparizione di popolazioni brachicefale (sepolture mesolitiche di Muge, Ofnet, Kajällal, Rinnekaln ecc.).
Nell’Europa Neolitica, accanto a popolazioni dolicocefale vivevano gruppi di brachimorfi, divisi come i dolicocefali in varietà razziali differenti.
Una parte dei brachicefali neolitici deriva da quelli mesolitici di Ofnet: in particolare, i piccoli brachicefali di Furfooz e delle sepolture contemporanee franco-belghe e quelli a faccia bassa delle palafitte elvetiche. Altra origine hanno i brachicefali marittimi delle tombe eneolitiche in Sicilia, Sardegna, Toscana, Lazio (Berid).
In questo periodo appare nelle sepolture megalitiche dell’Europa settentrionale un altro tipo umano, con la testa corta e alta e con occipite appiattito chiamato Borreby, dalla cui variante Balcanica si suppone sia derivata successivamente l'attuale sub-razza Dinarica.

I Borreby




I Borreby sono CM settentrionali che hanno subito un processo di alpinizzazione incompleto che li ha brachicefalizzati, endomorfizzati e leggermente ridotti. Borreby è il nome di un villaggio danese e il sito archeologico dove sono stati rinvenuti grandi crani brachicefalici del Paleolitico superiore.
I Borreby moderni derivano, storicamente, dalla vecchia popolazione sedentaria dell'Europa nord-occidentale dedita alla pesca costiera. In molti luoghi, come nel quartiere costiero norvegese di Jæren, i Borreby sembrano essere stati tra i primi uomini a stabilirsi in modo permanente, nel corso del tardo Mesolitico.
Il tipo Borreby ha un corpo grande e una testa larga, è dotato di alta statura (ma in genere meno dei Faelid) e questo lo distingue dagli Alpini, in genere è muscoloso, e di solito abbastanza pesante, con una costituzione mesomorfa-endomorfa e una tendenza verso il sovrappeso. Caratteristiche pedomorfe sono particolarmente comuni nelle donne, che spesso sono pure formose.



Il cranio è brachicefalico (indice cefalico tipicamente 82-84), high-skulled e l'occipite è quasi verticale e spesso leggermente appiattito. Le ossa temporali sono debolmente curve, ma le tuberosità parietali sono generalmente forti. La fronte è ampia, solo leggermente curva, piuttosto alta e pende di poco.
Il volto Borreby è tipicamente quadrato in apparenza, a causa soprattutto della grande larghezza mandibolare e il risalto delle tuberosità frontali e parietali, ma arrotondato.
La faccia è di solito corta, larga e un po' appiattita, con un profilo fortemente ortognato.

La mascella è piuttosto profonda, e le arcate sopraccigliari di dimensioni moderate. Il profilo del naso è dritto o molto più frequentemente concavo: la convessità non è comune. La forma del naso è mesorrina.
I capelli sono in genere biondo dorato alla luce o marrone chiaro; come gli Alpini tendono a perdere i capelli più precocemente. Gli occhi azzurri sono la maggioranza, ma sono anche comuni quelli grigio-blu.
Nei tempi moderni la più grande concentrazione di fenotipi Borreby si trova nella parte meridionale della penisola danese (Jutland), e si estende nelle coste del mar del Nord come la Scandinavia, la Germania settentrionale e l'Inghilterra orientale.



Un esemplare di Borreby lombardo, che presenta infatti una processo di alpinizzazione solo parziale:



I Berid

Nel frattempo si generarono due tipologie CM meridionali, una discendente dai primi Cro-Magnoidi meridionali portatori di aplogruppo I2a1a e l'altra dagli uomini Paleolitici di Mechta-Afalou del Maghreb. La prima, Europide, è il Berid; l'altra, non Europide ma comunque Caucasoide e Cro-Magnoide, è il Berberid.

Il Berid ha raggiunto un grado di alpinizzazione molto più alto dei Borreby, che gli causa una statura molto bassa e una costituzione più endomorfa. Tuttavia la tipologia CM originaria da cui proviene il Berid si suppone sia stata in principio più dolicocefala ed ectomorfa prima di subire il processo di alpinizzazione, pur mantenendo una bassa statura.



Va detto che nei Berid odierni, diffusi soprattutto in Portogallo, Spagna, Sardegna, Malta, Sicilia e Italia meridionale, il fenotipo è fortemente alpinizzato e alterato da estremi influssi mediterranei giunti con le successive immigrazioni degli agricoltori del tardo Neolitico e del post-Neolitico; tali influssi Mediterranei lo rendono la tipologia Europide con la pelle più scura, assieme agli stessi Mediterranei gracili.




Le tipologie più arcaiche e meno alpinizzate si trovano soprattutto in Sardegna, che presenta infatti come aplogruppo Y-DNA predominante il mesolitico autoctono I2a1a1, a Malta e nelle Isole Baleari.
Le tipologie femminili hanno un grado di pedomorfismo più accentuato e il dimorfismo sessuale è molto forte, a causa soprattutto della barba fitta e dell'abbondante peluria corporea negli uomini.

I Berberid


Durante il Paleolitico superiore il nord Africa era abitato dagli uomini di Afalou, una razza di statura alta e testa larga, ossatura pesante, con caratteristiche craniche e facciali esageratamente robuste paragonabili a quelle del gruppo di Cro-Magnoidi europei Brünn o Faelid.
Questa tipologia Afalou, a differenza dei suoi parenti Cro-Magnoidi europei, portava con sé una tendenza alla brachicefalia.
Nell'era post-glaciale in nord Africa si è verificato un susseguirsi di invasioni dal Mediterraneo orientale e dall'Europa, ed i superstiti di questi Afalou si trovano per lo più in due zone di rifugio, il Rif marocchino e le Isole Canarie, ma anche in Algeria, Tunisia e Libia.
Nel Rif, oltre a più numerosi Mediterranei, Nordici e tipi misti, il ceppo Afalou è sopravvissuto o riemerso in forma riconoscibile tramite la tipologia razziale Berberid, e può essere visto dopo aver attraversato un'evoluzione parallela a quella degli Upper Paleolithic survivors in Irlanda e nel continente europeo.
La pigmentazione di occhi, pelle e capelli è piuttosto varia: seppur non frequentemente, si possono trovare casi di occhi chiari e rutilismo, di chiara eredità paleolitica, anche se probabilmente l'influsso successivo dei Vandali nel Medioevo in qualche caso potrebbe essere stato rilevante.
Al giorno d'oggi i Berberid sono spesso influenzati da fenotipo South Mediterranid, detto anche Saharid.

I Baltici

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6 Nov 2014
by Argo

Restando sempre nel Mesolitico, dalla Cultura di Kunda situata nei Paesi Baltici, in Finlandia e in Russia settentrionale, si passò alla Cultura della Ceramica a Pettine (Pit-Comb Ware Culture) che diede inizio all'espansione di aplogruppo Y-DNA N1c1.


Diffusione della Cultura della Ceramica a Pettine.

Diffusione attuale dell'aplogruppo Y-DNA N1c1.

Questi territori erano già precedentemente occupati da Upper Palaeolithic Survivors orientali come il West Baltid; tale fenotipo, a causa della sedentarizzazione nelle coste baltiche e delle migliori condizioni climatiche ha subito un processo di balticizzazione, molto simile all'alpinizzazione occidentale, che ha applicato le seguenti modifiche al fenotipo cromagnoide originario: riduzione, infantilizzazione, borealizzazione e brachicefalizzazione.
Tale risultato ha generato la sub-razza Baltica.
La depigmentazione dei Baltici è dovuta alla borealizzazione evolutiva, ed è avvenuta ben prima della comparsa dei Nordici, quindi il biondismo non è attribuito ad influssi nordici, nonostante influssi nordici possono essere presenti tra alcuni Baltici.



I Baltici (la cui tipologia pura la chiamerò Baltid proper per non confonderla con le tipologie Baltiche miste di cui parlerò fra poco) sono più alti degli Alpini, anche se condividono con loro la costituzione endomorfa.
Le donne hanno spesso curve generose e un seno prosperoso (la Russia detiene il primato di grandezza di coppa di reggiseno in Europa).
La testa è brachicefala e arrotondata, e dietro presenta un occipite molto particolare che sembra smussarsi verso l'alto.
La fronte è alta, larga e solo moderatamente curva, la volta cranica è più alta degli Alpini (high-skulled) e le arcate sopraccigliari ricordano un po' quelle dei loro antenati Cro-Magnoidi orientali.



Il viso è in genere lievemente più lungo degli Alpini, e l'indice facciale è in media mesoprosopo, anche se più tendente all'euriprosopia piuttosto che alla leptoprosopia.
La distanza bizigomatica è solo moderatamente grande, ma abbastanza grande da rendere l'impressione, in concomitanza con la grande larghezza e angolarità della mandibola, di una caratteristica ortogonalità facciale (quasi esagonale), caratteristica che ricorda un po' il tipo Borreby.
Vi è una sovrapposizione fenotipica notevole tra il tipo Baltico e quello cro-magnoide Borreby soprattutto in Svezia e in Polonia.
Volti ovali o ellittici sono, comunque, i più comuni.

Caratteristiche infantili nell'età adulta (pedomorfismo) come viso paffuto, testa grande in confronto al corpo e zigomi con uno strato sottocutaneo grasso sono estremamente comuni.



Il naso è di regola mesorrino (quello leptorrino non è così raro comunque), la sua radice è moderatamente alta o alta, ed è di larghezza media.
Il profilo nasale è generalmente diritto, ma con una forte tendenza verso la concavità. La punta del naso è tipicamente ben arrotondata e bulbosa, solitamente inclinata in orizzontale.
Le narici di solito sono sottili e altolocate, e di estensione laterale medie. Le labbra sono spesso sottili, con poca o nessuna eversione.



I denti sono grandi e l'ortognatismo è quasi universale. Le fessure oculari sono medie o larghe, e le pieghe oculari esterne sono piuttosto comuni.
I Baltici come ho detto prima sono nel complesso piuttosto di pigmentazione chiara. I capelli, che sono sovente lisci, variano in colore dal biondo cenere al marrone scuro.
Gli occhi chiari sono molto comuni, col verde acqua tipicamente baltico, ma si possono trovare molto facilmente le varietà scure miste.



Il processo di balticizzazione ha colpito soprattutto le coste baltiche, mentre allontandosi dalle coste verso sud è più facile trovare le tipologie Cro-Magnoidi arcaiche non balticizzate (West Baltid).
Di conseguenza la sub-razza Baltica propriamente detta (Baltid proper è diffusa nei Paesi Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), Polonia, Bielorussia, Russia, Finlandia, Svezia e Ucraina.

Gli East Baltid

A nord-est i Baltici si sono ibridati coi Lapponi che portavano prevalentemente il fenotipo Lappid. Quest'ultima è una tipologia che deriva da un sostrato Paleolitico europeo influenzato da popolazioni proto-Mongoloidi (da non confondere coi Neo-Mongoloidi, i.e. Cinesi e Giapponesi) imparentate coi West Sibirid e gli Uralid, fortemente infantilizzato, di bassa statura ed estremamente brachicefalo ( i Lapponi detengono il record di indice cefalico medio in Europa).
Tale ibridazione Baltico-Lappoide è chiamata East Baltid.



L'East Baltid rispetto ai Baltid proper hanno una grande testa e un volto corto e largo, che a causa dell'infantilizzazione accentuata tende a diventare "a palla"; il naso ha una radice bassa ed è sempre concavo, a patata.
Le orbite sono relativamente basse, le arcate sopraccigliari debolmente sviluppate, e il diametro bizigomatico grande: l'influenza Lappoide è chiaramente evidente nella prominenza caratteristica delle ossa malari.
La mandibola degli East-Baltid è ampia e pesante, ma non di primo piano, e il mento è un po' sfuggente.
Il colore dei capelli varia dal biondo cenere al marrone medio-scuro, gli occhi sono in genere un grigio chiaro o blu, ma gli occhi scuri si verificano. Per quanto riguarda la forma degli occhi, sono spesso obliqui.
Questa caratteristica essenzialmente Lappoide può essere accompagnata da epicanto parziale o totale.
L'East Baltid è fenotipo molto comune in Finlandia, Svezia, Russia ed Estonia.



Gli Alpini

Posted on
16 Jan 2015
by Argo


Già nel Mesolitico ci fu un rinnovamento in Europa caratterizzato dall’apparizione di popolazioni Cro-Magnoidi brachicefale (sepolture mesolitiche di Muge, Ofnet, Kajällal, Rinnekaln ecc.). Nell’Europa Neolitica, accanto a popolazioni dolicocefale vivevano gruppi di brachimorfi, divisi come i dolicocefali in varietà razziali differenti.

Una parte dei brachicefali Neolitici deriva da quelli mesolitici di Ofnet ed era di tipologia Borreby, diffusa ancora oggi nella sua forma arcaica nell'Europa settentrionale, ma che una volta era diffusa un po' ovunque soprattutto nei Balcani (Balkan Borreby): in particolare, i piccoli brachicefali di Furfooz e delle sepolture contemporanee franco-belghe e quelli a faccia bassa delle palafitte elvetiche.

Altra origine hanno i brachicefali marittimi delle tombe eneolitiche in Sicilia, Sardegna, Toscana, Lazio. Trattasi di rimasugli Mesolitici adattati al clima mediterraneo, che è sempre stato un rifugio durante le Ere glaciali, e che conobbe ben presto la vita sedentaria e la diffusione dell'agricoltura. Tali CM meridionali, conosciuti col nome di Berid, a differenza dei Borreby erano di bassa statura e di pigmentazione scura, pur condividendone i tratti arcaici.
Esempi di alpinizzazione incompleta:


Borreby


Berid

Da queste 2 tipologie Cro-Magnoidi che già subirono, seppur parzialmente, il processo di alpinizzazione, nacque la sub-razza Alpina.
Tale sub-razza è un risultato della sedentarizzazione dei ceppi Cro-Magnoidi già brachicefali, e della loro infantilizzazione (che non riguarda non solo gli esemplari femminili come nelle tipologie CM originarie) che li rende ridotti, di bassa statura, ma di ossatura pesante, costituzione endomorfa e con testa grande in confronto al corpo.


Processo morfologico di alpinizzazione.

La testa è rotondeggiante, ma non ha la regione occipitale verticale come i Dinarici, bensì curva; il colore dei capelli è scuro, ma non eccessivamente, in genere prevale il castano e quello degli occhi dà spesso nel grigio; il colore della pelle è più scuro del Borreby ma comunque piuttosto chiaro, seppure nelle varianti diffuse in Medio Oriente (Asian Alpinid) la carnagione è bronzea.

La loro brachicefalia a differenza di quella Dinarica è di tipo low-skulled, quindi l'indice cefalico alto si unisce a un indice vertico-longitudinale basso (camecefalia); anche l'indice facciale è basso (euriprosopia), in quanto il viso è corto e largo come quello dei loro antenati Cro-Magnoidi, ma la loro riduzione ha generato un cranio nel complesso più piccolo.





La sub-razza Alpina ha popolato l'Europa nel periodo Neolitico, con l'avvento dell'agricoltura e l'arrivo dell'aplogruppo Y-DNA G2a dei primi agricoltori Neolitici giunti dall'Asia Minore e dal Caucaso; la mummia del Similaun (Ötzi), trovata nelle Alpi tirolesi, portava questo aplogruppo nel suo cromosoma Y.
Va tenuto presente che la diffusione odierna dell'aplogruppo G2a non rispecchia la diffusione che tale aplogruppo ha raggiunto nel Neolitico (la quale fu chiaramente ben più vasta) né comprende tutti i luoghi che sono stati realmente colonizzati in massa da queste popolazioni di fenotipo Alpino, ma è sopravvissuta in maniera consistente nei pochi posti in cui non ci sono state infiltrazioni di aplogruppi di origine afro-asiatica giunti più tardi come il J2, l'E1b1b e il J1, oltre che gli aplogruppi indo-europei come l'R1b.

Il G2a infatti si trova maggiornamente nell'Italia centrale e Appenninica mentre si trova di meno al sud dove è stato successivamente sostituito dagli aplogruppi Afro-Asiatici E1b1b e J2 giunti nell'Età del Bronzo, e anche in Italia settentrionale dove da nord giunse l'invasione dell'R1b Gallo-Italico.
Il G2a ha inoltre picchi di frequenza in Sardegna, è infatti l'ultimo aplogruppo ad essere riuscito a dare un peso rilevante nella famosa in quanto isolata storia genetica dei Sardi (secondo solo al Mesolitico I2a1a).

Il G2a inoltre è molto diffuso inoltre tuttora nelle sue zone d'origine ovvero l'Anatolia e Caucaso, zone estremamente alpinizzate anche fenotipicamente, dove è possibile notare una variante alpina di tipo asiatico (Asian Alpinid).
A tal proposito andrebbero nominati popolazioni appartenenti ad esempio alla Cultura Epipaleolitica di Natufi (Natufiani) nel Levante, Cro-Magnoidi che si sedentarizzarono nella Mezzaluna Fertile ben prima della scoperta dell'agricoltura, cacciando gazzelle e raccogliendo cereali selvaggi.
Tali popolazioni che portarono soprattutto l'aplogruppo arcaico F, da cui poi derivò il G2a e l'I Europeo, diedero molto probabilmente la nascita alle popolazioni di fenotipo Alpino che all'inizio del Neolitico diffusero l'agricoltura, la vita sedentaria e l'aplogruppo G2a in Europa.


Diffusione dell'aplogruppo Y-DNA G.

Attualmente la sub-razza Alpina è molto consistente nei luoghi che hanno come aplogruppo predominante R1b, ma questo perché nell'Età del Bronzo gli Indo-Europei portatori di R1b sostituirono massicciamente tutti gli aplogruppi autoctoni nei posti da loro conquistati.
Questo è un ottimo esempio che fa capire come l'aplogruppo Y-DNA non incida sugli autosomi e quindi sull'aspetto fisico, in quanto una linea patrilineare ereditata in una popolazione conquistata ad esempio stuprando donne e uccidendo i loro mariti, a lungo andare non causa variazioni sul DNA autosomico dei loro discendenti e sull'aspetto morfologico della popolazione in generale; fu così che infatti molti Celti, il quale fenotipo originario era di sub-razza Nordica e portava aplogruppo R1b, si ibridarono nei territori della Gallia transalpina e cisalpina assorbendone il fenotipo autoctono Alpino nel giro di poche generazioni.



Il passaggio da un fenotipo seppur moderatamente archeomorfo verso uno pedomorfo genera caratteristiche infantili anche nell'età adulta (pedomorfismo) come viso paffuto e testa grande in confronto al corpo.
Tale caratteristica, seppur diffusa anche tra i maschi, si nota molto più facilmente nelle donne.




La zona principale di distribuzione della sub-razza Alpina è il massiccio delle Alpi, la Germania centro-meridionale, la stragrande maggioranza della Francia e della Mittel-Europa.
In Italia nella sua forma pura, esente cioè di influssi Mediterranei o Dinarici tipici della Penisola, è diffusa soprattutto nell'Italia centro-settentrionale, con un picco nel nord-ovest.





I Gorid

Andando verso est la sub-razza Alpina si è ibridata con quella Baltica, generando una tipologia di Alpini più alta, depigmentata, un po' meno endomorfa e un cranio più lievemente high-skulled.
Tale tipologia prende il nome di Gorid, dal polacco Gora, "montagna". L'area di massima diffusione è appunto la Polonia, l'Ungheria, la Slovacchia, la Romania e l'Ucraina.


I Sub-Nordid

Verso nord gli Alpini si sono ibridati con la sub-razza Nordica, generando i Sub-Nordid, accomunati appunto da caratteristiche morfologiche intermedie tra gli Alpini e i Nordici, con una pigmentazione di pelle, occhi e capelli molto più chiara.
Il Sub-Nordid è un fenotipo molto caratteristico della Germania, ma anche della Francia settentrionale oltre che della Rep.Ceca, e si può trovare abbastanza facilmente in tutto l'arco Alpino.




Gli Alpino-Mediterranei

A sud, è presente un ibridazione Alpino-Mediterranea di costituzione più gracile e con un indice facciale più alto.
Tale fenotipo è caratteristicamente pan-italico, ma si può trovare anche in Occitania francese, un po' meno in Spagna, Grecia ed ex-Jugoslavia.





I Dinarici

Posted on
9 Feb 2015
by Argo

Siamo dunque arrivati agli inizi del Neolitico.
Direi che possiamo fare una mappa con le sub-razze incontrate finora per riassumere i capitoli precedenti.



A partire dal Neolitico una nuova varietà di Homo Sapiens chiamata Capelloide (da Combe-Capelle), anche detta proto-Mediterranea invade l'Europa dall'Africa e dal Medio Oriente.
Questi Aurignacoidi a differenza dei Cro-Magnoidi che già abitavano l'Europa erano più leggeri, di costituzione ectomorfa e avevano un indice facciale alto (leptoprosopia).
Erano inoltre più avanzati tecnologicamente, conoscevano già l'agricoltura, la lavorazione dei metalli come il rame ed erano sedentari.


Differenze tra il cranio Capelloide a sinistra e quello Cro-Magnoide a destra.

I Mediterranei della Cappadocia

Una delle tante tipologie Mediterranee, quella della Cappadocia, dalla Turchia sbarcò nelle coste Greche e risalì la penisola Balcanica, portando l'agricoltura e l'aplogruppo E1b1b nella sua variante E-V13.
Va detto che seppur l'aplogruppo E1b1b è di origine africana ed al giorno d'oggi è estremamente diffuso nel Maghreb e nel Corno etiope, si verificò un Effetto del Fondatore in queste popolazioni di origine africana che generò una clade chiamata E-V13 tipicamente Europea, e più unica che rara in Africa.


Diffusione dell'aplogruppo Y-DNA Greco-Balcanico E-V13.

Questi Mediterranei della Cappadocia portatori di aplogruppo E-V13 conoscevano l'agricoltura ed erano caratterizzati, come gli altri Aurignacoidi, da una costituzione molto più leptomorfa dei cacciatori/raccoglitori Cro-Magnoidi autoctoni Europei; erano comunque una varietà Mediterranea più robusta del classico Mediterraneo gracile di cui parlerò nei capitoli successivi.
Come tutti i Mediterranei, quelli della Cappadocia erano dolicocefali, e avevano un insolito naso forte e convesso, segno distintivo che divenne in seguito uno dei perni nel processo evolutivo noto come dinaricizzazione.


Processo evolutivo di dinaricizzazione.

I Balkan Borreby

I Mediterranei della Cappadocia portatori di E-V13 giunsero in una penisola Balcanica già abitata da popolazioni Cro-Magnoidi di tipologia Borreby (Balkan Borreby) che portavano l'aplogruppo mesolitico e autoctono I2a1b.
I Balkan Borreby, come i Borreby settentrionali, erano alti e avevano osse robuste, ma soprattutto erano brachicefali.
L'ibridazione tra queste due popolazioni portanti aplogruppi I2a1b ed E-V13 diede la nascita a un intermedio Cro-Magnoide/Capelloide: la sub-razza Dinarica.


Diffusione dell'aplogruppo Y-DNA Balcanico-Pontico I2a1b.

I Dinarici

I Dinarici hanno ereditato dai loro avi Cro-Magnoidi l'alta statura, la robusta ossatura e l'indice cefalico alto (brachicefalia).
Craniometricamente sono l'esatto opposto dei Cro-Magnoidi essenzialmente inalterati: mentre gli Eurydolichomorph Cro-Magnids hanno un cranio lungo e un viso corto, i Dinarici hanno un cranio corto e un viso molto allungato; sono cioè brachicefali e leptoprosopi, con la leptoprosopia ereditata dai loro antenati Mediterranei della Cappadocia.
Sono planoccipitali, hanno cioè un caratteristico occipite piatto che dà un'impressione che la testa sia tagliata dietro, o che qualcuno abbia schiacciato il loro cranio da davanti e da dietro; il loro indice vertico-longitudinale è alto, e genera un cranio high-skulled.
Il profilo mostra una fronte che è solo leggermente rivolta all'indietro, il naso è forte, convesso, si proietta in avanti e ha la punta che cade verso il basso (naso aquilino), con un finale carnoso.
Il naso dinarico visto lateralmente mostra un setto più grosso di quello delle altre razze europee ed è più arcuato.
Il mento è alto e largo e anche tipicamente arrotondato.


Differenza tra il cranio planoccipitale Dinarico e quello curvoccipitale.




La sub-razza Dinarica nella sua forma pura ha il suo fulcro nel Montenegro e nel Kosovo, ma è estremamente diffusa in tutta la penisola Balcanica e arriva fino in Baviera e Polonia, toccando tutti i paesi Slavi occidentali e meridionali; in Italia la si può trovare soprattutto nel Triveneto e nelle coste Adriatiche.









I Dinaro-Mediterranei

In Italia è molto diffusa un po' ovunque (specialmente al sud e in Sicilia) nella sua forma ibridata con la più gracile sub-razza Mediterranea. Tale ibridazione, chiamata anche Dinaro-Mediterranea, genera un risultato più gracile e di statura più bassa.
In un certo senso, ricorda il fenotipo Mediterraneo originario da cui la sub-razza Dinarica si è generata, quello appunto della Cappadocia, ma più tendente alla brachicefalia.
Fenotipo molto diffuso in Italia, in Dalmazia e in Grecia.






I Norici

Le popolazioni Dinariche si sono diffuse verso nord arrivando a toccare la Baviera, di cui sono un fenotipo abbastanza comune, e la Polonia, ibridandosi successivamente con i Nordici quando quest'ultimi vennero nell'Età del Bronzo.
Tale ibridazione viene detta Noric o Norid (da non confondere con Nordid), in italiano Norica, che prende il nome dalle Alpi Noriche, dove infatti si possono trovare molto facilmente.
La loro area di diffusione va infatti dalla Croazia alla Polonia, passando per l'Ungheria e l'alto Veneto.







I Mediterranei

Posted on
10 Apr 2015
by Kirk; written on
2 May 2014
by Argo.


Siamo ancora al Neolitico.
Vorrei fare una riflessione riguardo l'ambiguità che spesso scaturisce la parola "Mediterranea". Questa parola ha vari significati: può intendere un popolo, un clima, un paesaggio, un'alimentazione, una cultura, ma anche una sub-razza Caucasoide.
Viene spesso però fatta confusione tra popolo Mediterraneo e sub-razza Mediterranea. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, la diffusione dell'agricoltura in Europa fu messa in atto nel Neolitico dai popoli giunti dal Mediterraneo Asiatico, ma come rivelano gli scheletri di inizio Neolitico ritrovati sparsi in Italia e in Grecia, tali popolazioni pur essendo identificate come "popoli Mediterranei" a causa della loro origine geografica, non erano di sub-razza Mediterranea ma brachicefale e portarono l'aplogruppo G2a, come la mummia del Similaun (Ötzi).
Nel Neolitico (ma soprattutto nell'Età del Bronzo) si assiste a una trasformazione dei ceppi razziali Europei e al diffondersi di nuovi tipi umani. Il rinnovamento in Europa fu portato dall'apparizione di popolazioni dolicocefale, ectomorfe e leptoprosope, denominate Capelloidi (da Combe Capelle) o proto-Mediterranee, che giunsero dall'Africa e dall'Asia nelle coste di un continente fino ad allora abitato solo da Cro-Magnoidi "oversize" e Alpini endomorfi e brachicefali.


Differenze tra il cranio Capelloide a sinistra e quello Cro-Magnoide a destra.

La sub-razza Mediterranea a differenza di quelle incontrate finora, è infatti puramente Capelloide: non ha cioè influssi fenotipici riscontrabili nelle popolazioni Cro-Magnoidi Europee del Paleolitico superiore e del Mesolitico, in quanto ectomorfa e leptoprosopa.
Per questo motivo possiamo considerare i Capelloidi come proto-Mediterranei, in quanto da questa origine in comune, si sono poi generate tipologie Mediterranee varie che vanno dal Portogallo all'India.
Di statura originariamente bassa, si è poi alzato successivamente in alcune tipologie neomorfe come gli Atlanto-Mediterranei delle coste occidentali (da cui poi è nata la sub-razza Atlantica di cui parlerò più avanti), i Corded della Cultura della ceramica cordata e gli Irano-Afghanid, adattandosi ai climi temperati Eurasiatici e isolandosi geneticamente dando luogo a vari Effetti del Fondatore.


Le varie tipologie evolute dallo stock proto-Mediterraneo.

I primi Mediterranei (d'ora in poi con questa parola indicherò la tipologia fenotipica e non la connotazione culturale) portarono in Europa nel Neolitico solo l'aplogruppo E1b1b e in misura minore il T, in quanto l'espansione in Europa di aplogruppi di origine Mediorientale come il J1 e il J2 avvenne più tardi nell'Età del Bronzo.
L'aplogruppo E1b1b è di origine Africana e attualmente è estremamente diffuso nel Maghreb e nel Corno d'Africa, sebbene da questo aplogruppo si sono poi verificati alcuni Effetti del Fondatore a causa della sua espansione in tutta Europa e in Medio Oriente (l'E1b1b fu anche l'aplogruppo di Adolf Hitler). La clade E-V13 per esempio è puramente Europea in quanto nata in Europa e praticamente assente in Africa, mentre è estremamente diffusa nella penisola Balcanica e un po' meno in Europa in generale; alcuni di questi Mediterranei portatori di E-V13 (Cappadocian Mediterraneans) come abbiamo visto hanno dato origine alla sub-razza Dinarica ibridandosi coi Cro-Magnoidi balcanici autoctoni (Balkan Borreby).


Espansione dell'aplogruppo Y-DNA di origine Africana E1b1b.

La tipologia Mediterranea gracile


Normalmente quando parliamo di tipologia Mediterranea involontariamente pensiamo al Mediterraneo per antonomasia che è il Gracile Mediterraneo, chiamato anche Small Mediterranid, West Mediterranid o Ibero-Insular, a causa della sua elevata diffusione attuale in Iberia e nelle isole come la Sardegna, la Corsica e la Sicilia.
Tale tipologia è caratterizzata da statura bassa, costituzione esile e ossa leggere; il cranio è piccolo ma dolicocefalo e marcatamente curvoccipitale, e il viso è lungo (leptoprosopia).
Il naso è leptorrino e dritto, la carnagione è bronzea, gli occhi e i capelli sono neri.








Gli Atlanto-Mediterranei


Varie tipologie Mediterranee più progressive e leptomorfe si sono diffuse dal Marocco all'India.
Nelle coste Atlantiche ci fu un processo denominato come atlanticizzazione che rese i Mediterranei più alti e slanciati oltre che con una pigmentazione della pelle più chiara; tale risultato generò l'Atlanto-Mediterraneo, che presenta anche una dolicocefalia più marcata del normale Mediterraneo: infatti l'indice cefalico medio più basso in Europa si ha nelle coste Atlantiche e in Iberia, dove c'è la frequenza più alta di fenotipi Atlanto-Mediterranei (e Gracili Mediterranei) ed è meno sentita la presenza di popolazioni brachimorfe Alpine, Dinariche e Baltiche.






I Mediterranei orientali


Nel frattempo nel mondo Ellenico, dalle colonie italiane della Magna Grecia all'Anatolia turca si sviluppò una variante orientale del Gracile Mediterraneo con dei lineamenti che ricordano vagamente quelli delle popolazioni del Levante, a causa dell'origine Mediorientale.
Tale tipologia Mediterranea è chiamata East Mediterranid e si suppone sia arrivata in Europa più avanti nell'Età del Bronzo (e nel periodo Bizantino) principalmente con popolazioni portatrici di aplogruppo J2 come quelle Greco-Anatoliche. In Italia la si può trovare soprattutto in Sicilia, Calabria e Salento.


Diffusione dell'aplogruppo Y-DNA Mediorientale J2.






I Pontici


Sempre nella parte orientale del Mediterraneo, ma più a nord nelle coste del mar Nero come in Bulgaria, Romania, Ucraina e Russia sud-occidentale, si è sviluppata una tipologia che si potrebbe definire una variante orientale dell'Atlanto-Mediterraneo, in quanto condivide con esso la statura più alta e la pigmentazione più chiara, ma che presenta dei tratti caratteristici come fessure degli occhi più strette, lineamenti più aggraziati nelle donne e costituzione più gracile negli uomini.
Tale tipologia viene chiamata Pontid, che prende il nome dalle steppe Pontiche.





I Nordo-Mediterranei


Alcune tipologie Mediterranee come quella Gracile, quella Atlanto-Mediterranea e quella Pontide, si sono ibridate con popolazioni Nordiche giunte successivamente. Tale ibridazione genera il Nordo-Mediterraneo che a differenza dell'Atlantico (impropriamente definito come ibrido Nordico-Mediterraneo) è di pigmentazione più chiara e di costituzione più gracile, oltre che lievemente più mesocefalo.
Fenotipo sparso un po' ovunque, soprattutto nell'Europa centrale e in Italia.
La variante North Pontid tipica della Polonia, dell'Ucraina e della Russia talvolta presenta influssi Corded (iper-dolicocefalia, ipsicefalia).





In fase di costruzione.

In fase di costruzione.